Palazzo Borea D’Olmo

Palazzo Borea d’Olmo é uno dei più importanti edifici barocchi della Liguria occidentale costruito a più riprese a partire da una residenza tardo medievale che assunse l’attuale fisionomia tra il XVII e il XVIII secolo.  La famiglia Borea d’Olmo, di antica origine nobiliare, vi ha mantenuto sino alla morte del Marchese Guido Orazio la sua residenza al primo piano nobile; attualmente gli eredi hanno la loro vita ed attività a Milano e Montecarlo. Di notevole valore artistico sono i portali lignei cinquecenteschi foderati in ferro a lamine borchiate e sormontati dalle statue marmoree della Vergine con il Bambino (su via Matteotti) e del San Giovanni Battista (su via Cavour), attribuiti in un primo tempo all’artista fiorentino Giovanni Angelo Montorsoli (1507-1563), allievo di Michelangelo, ed ora riferiti all’ambito dello scultore ticinese Daniele Solaro (1649-post 1726), attivo a Sanremo nel secondo Seicento. E’ uno dei più importanti edifici barocchi della Liguria occidentale costruito a più riprese a partire da una residenza tardo medievale che assunse l’attuale fisionomia tra il XVII e il XVIII secolo. La famiglia Borea d’Olmo, di antica origine nobiliare, vi ha mantenuto sino alla morte del Marchese Guido Orazio la sua residenza al primo piano nobile; attualmente gli eredi hanno la loro vita ed attività a Milano e Montecarlo.  Di notevole valore artistico sono i portali lignei cinquecenteschi foderati in ferro a lamine borchiate e sormontati dalle statue marmoree della Vergine con il Bambino (su via Matteotti) e del San Giovanni Battista (su via Cavour), attribuiti in un primo tempo all’artista fiorentino Giovanni Angelo Montorsoli (1507-1563), allievo di Michelangelo, ed ora riferiti all’ambito dello scultore ticinese Daniele Solaro (1649-post 1726), attivo a Sanremo nel secondo Seicento.  Anche i locali che sino alla fine del 2016 ospitavano il Museo civico, sono arricchiti da una presenza artistica rilevante: la galleria d’ingresso conduce ad una minuscola cappella con un altare marmoreo, una tela di fine Seicento, riferibile a Giovanni Battista Merano (1632-1698), ed una statua della Vergine Immacolata avvicinabile ai modi dello scultore Giacomo Antonio Ponsonelli (1654-1735).  I grandi spazi sono ingentiliti da inserimenti decorativi attribuibili al pittore Maurizio Carrega (1737-1818). Tra gli ospiti illustri del Palazzo si ricordano Elisabetta Farnese Regina di Spagna (1714), Carlo Emanuele III Re di Sardegna (1746), il pittore Jean Honoré Fragonard (1773), il Papa Pio VII di ritorno dalla prigionia francese (1814). La stanza che ha ospitato il Papa, ricca di stucchi e di decorazioni tardo barocche, è mantenuta nelle forme dell’epoca ed è considerata una delle stanze più suggestive della dimora.

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