Torneo di Scopone 1938-39

Assiduo frequentatore dei Casinò di Sanremo e di Villa d’Este nei primi anni 30 del secolo scorso,  il Maestro e compositore Pietro Mascagni, continuò, anche nella quiete della Riviera, ad essere impegnato, sia nella sua veste ufficiale di artista che in quella del vacanziere dedito ad interminabili partite di scopone scientifico con collaboratori musicali, ed alti dirigenti della Casa da Gioco. Memorabile, a questo titolo, è la sua partecipazione, come si direbbe oggi di “Testimonial”, al Torneo nazionale di Scopone, organizzato nel 1938 nella sala comune sgomberata delle roulette, e sponsorizzato anche nella pubblicità, dalla vasta fama del grande musicista toscano.   La manifestazione ebbe un successo insperato , in particolare nella seconda edizione grazie anche al Premio cospicuo per l’epoca in cui il paradiso economico erano le mille lire al mese.  Sono le 9 e mezza, le nove e mezza di sera, e Pietro Mascagni è seduto a tavola; una tavola rotonda sistemata in una angolo del ristorante del Casinò Municipale di Sanremo. Insieme con lui, la moglie, Lina, il poeta Targioni Tozzetti, il giornalista Luigi Chiarelli e pochissimi altri amici.  A chi gli chiede se a quell’ora stia consumando il pranzo o la cena il maestro risponde a voce alta e senza curarsi troppo della diplomazia: “Questa è la mia prima colazione. Ho lavorato tutto il pomeriggio e mangio per la prima volta. Per il pranzo se ne parla alle due dopo la mezzanotte”. Nella camera d’albergo come sua abitudine si era fatto portare un pianoforte e da mezzogiorno alle sette aveva lavorato. Dalla sua finestra entrava il profumo dei fiori ubriachi di sole, del sole d’aprile, portato su dall’immenso respiro del mare. Con se aveva in tasca un mazzo di carte  napoletane , quelle con le quali amava giocare a scopone scientifico, gioco per il quale provava una passione straordinaria.  Il cameriere, che gli ha servito la minestra, lo osserva mentre versa nel piatto un uovo crudo e alcune spirali di olio di oliva ed attende che queste delicate operazioni siano compiute per spargere il formaggio. Basso,  bassissimo  grida Mascagni – .. chi vi ha insegnato a far cadere il formaggio dall’alto? Bassissimo e lentamente!. In soccorso del cameriere arriva il jazz di Carlini, che attacca un fox lento. Bravo, bravissimo, commenta il compositore, che sta terminando di lavorare ad una nuova opera,  Nerone. “Conto di terminarlo entro la fine di questo anno” dichiara a Luigi Chiarelli che ha descritto questa scena e ne dato notizia in anteprima nazionale sulla rivista illustrata d’arte, sport e turismo del Casinò Municipale.  Siamo nel mese di aprile del 1933, l’anno XI dell’era fascista, quella creata dal fascismo, adottando come data di inizio quella del giorno successivo alla marcia su Roma. Il 16 gennaio 1935 verrà finalmente rappresentata alla Scala di Milano ‘Nerone’, l’ultima sua opera, col libretto di Targioni-Tozzetti, composta in parte nella città dei fiori.  Il livornese Pietro Mascagni, musicista di successo, direttore d’orchestra e compositore di musiche per il cinema, personaggio di grande notorietà internazionale, amava Sanremo ed il suo Casinò. Nel dicembre del 1936, anno XV dell’era fascista, il Casinò Municipale, su suo suggerimento, ha promosso il primo torneo nazionale di Scopone scientifico, di cui nella foto numero 5 potete ammirare il manifesto e nella n.6 tutti i premiati. Al termine delle prime gare di qualificazione, così scrive Rinaldo Boscetto, padre del senatore Gabriele, sull’Eco della Riviera:  Il successo di simpatia, incontrato dalle gare delle signore e dei giornalisti, il numero dei partecipanti a quelle in corso, ci fa pensare che, se è vero quello che dice il mago Chitarella che ‘la filosofia dello scopone consiste nel guardare lontano e considerare, di là dal guadagno immediato, le conseguenze future’, la manifestazione attuale del Casinò dovrà all’originalità unire il merito di aver saputo diffondere e nobilitare in Italia un giuoco italiano misconosciuto dagli italiani stessi fino ad oggi.. Non solo, conquistando consensi fra le signore , anche fra le fanatiche del bridge, presto il magico sette d’ori sarà presto anche bello, simpatico e caro a tutte le dame eleganti dei nostri salotti profumati ed il giuoco potrà diventare, domani un italico elemento dilettevole di propaganda mondana”  Il primo torneo ebbe un grande successo. Mascagni partecipò sia come giocatore che come ospite d’onore alla manifestazione. Il Casinò Municipale per l’occasione pubblicò una riedizione memorabile e di grande successo del manuale  “Le revole de iocare e pavare, lo mediatore e tressette dello sio Chitarella con na jonta de lo joco d’o scopone” di CHITARELLA. Nella foto n. 10 potete vedere la copertina della pubblicazione. Chi è Chitarella? Non si sa bene, forse un prete napoletano, forse un monaco domenicano, cui è attribuita la pubblicazione nel 1750 di un trattato con le regole dello Scopone, che rappresenta ancora oggi il riferimento normativo più valido e autorevole per lo Scopone. Ma sulla reale esistenza del Chitarella e della sua pubblicazione mancano tuttora prove certe, e avanza il sospetto che la riedizione fatta dal Casinò in occasione del torneo potrebbe in realtà essere stata la prima edizione del manuale.   Aggiunge Rinaldo Boscetto, sempre sulle colonne dell’Eco della Riviera: “un giuoco ritenuto degno soltanto di frequentatori di bettole è stato invece portato sui tavoli eleganti del massimo locale cittadino, col plauso di tutta la stampa italiana e sta facendo vivere giornate di intensa emozione a quanti sono accorsi richiamati dalla vastissima eco del torneo”.  Ai più giovani lo scopone scientifico non provocherà particolari ricordi: è il titolo di un film del 1972 diretto da Luigi Comencini con Alberto Sordi, Silvana Mangano e due mostri sacri del cinema americano: Joseph Cotten e Bette Davis. Evoca anche l’indimenticabile immagine del Presidente Pertini che nel 1982 lo gioca sull’aereo con i vincitori del titolo di campioni del mondo di calcio o le leggendarie partite di Faber con Guccini.  Nel 1938, aderendo alle numerose richieste che arrivavano da ogni parte d’Italia, il casinò Municipale decide di promuovere la seconda edizione del torneo. Mascagni nonostante i numerosi impegni internazionali trova il tempo per partecipare sia all’inaugurazione del torneo sia per tornare per la serata finale e della premiazione. Al suo arrivo in stazione per l’apertura del torneo, trova ad accoglierlo una cinquantina di signore e signorine, che gli offrono mazzi di fiori, insieme a molti giocatori ed alle autorità cittadine, che lo accompagnano in corteo festoso fino all’hotel Miramare. La seconda edizione del torneo, che può contare su un monte  premi pazzesco, di 300.000 lire, tre volte maggiore di quello già importante della prima edizione fissato in sole 100.000 ire, ottiene un grande successo di pubblico e partecipanti.   I numeri riportati dalle cronache sono chiari: 710 partecipanti iscritti, 3026 partite giocate, oltre 2000 mazzi di carte impiegati, 54.548 punti totalizzati.  Al termine del torneo, durante la premiazione, Mascagni tiene un breve discorso interrotto più volte da applausi vivissimi e coronato al termine da una ovazione affettuosa come scrive ancora Rinaldo Boschetto sulle pagine dell’Eco del dicembre 1938, sottolineando come il fanatismo degli  scoponisti (gli amanti dello scopone) sia pari o maggiore di quello dei tifosi del calcio, che desiderano sempre parlarne e sentirne parlare il più possibile. I giornali e le riviste locali e nazionali, infatti, avevano inviato numerosi giornalisti a seguire tutte le fasi dei tornei di scopone, e pubblicato con grande risalto i resoconti delle partite, i punteggi e le classifiche.

Nel disegno del Pittore Tabet  Pietro Mascagni, in basso ecol cappello in mano,  al termine della stagione lancia un arrivederci a tutti gli altri “Grandi” dell’epoca che collaboravano a spettacoli e manifestazioni del Casinò: dietro a lui il poeta Pastonchi, la coreografa Anita Colombo e Cia Fornaroli. Sulla porta il gestore De Santis.

La rilettura di questi articoli rappresenta ancora oggi una grande emozione, che ho provato grazie ad Alfredo, guardando le sue meravigliose fotografie e leggendo alcuni articoli dei giornali dell’epoca, che ha conservato gelosamente nel suo prezioso archivio.  Le stesse emozioni saranno sicuramente trasmesse dal dedicato a questo bellissimo gioco cui sta lavorando da tempo il dott. Sergio A. Bonanni insieme ad altri appassionati studiosi della materia.  La storia dello Scopone. Leggende e realtà, questo il titolo provvisorio del libro, nella parte dedicata ai tornei, contiene foto provenienti dall’archivio Moreschi.                   Claudio Porchia

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