Morire tra gli ulivi

MORIRE TRA GLI ULIVI di Irina Bajini

“Che luogo incantevole e San Remo! Costante cielo azzurro e radioso, sole di fuoco, nubi dipinte di rosa e di amaranto; e sotto, it Mediterraneo color indaco, e le col­line rivestite di ulivi, e le case di campagna e le ville con i loro giardini pieni di aranci, limoni, palme, cactus, l’Oriente!  Fin dal mattino si gode di caldo, cielo traspa­rente e sole smagliante. Nizza per il lusso e l’architettu­ra e meglio, ma per la temperatura sana e costante, no. Nemmeno Napoli é meglio di Sanremo”. (1

Cosi Ignacio Manuel Altamirano, affetto dal diabete e dalla tubercolosi, e costretto a rinunciare dopo soli tre anni all’incarico di console nell’amata Parigi, descriveva in una lettera redatta il 18 dicembre 1892 la località ligu­re in cui sarebbe morto da li a pochi mesi.  Accanto a lui, nel piacevole ambiente di villa Garbarino (oggi Hotel Villa Sylva), in cui, dopo un’iniziale soggiorno nella più modesta Pensione Svizzera, si era trasferito su insisten­za del genero Joaquin D. Casasus, e l’affettuosa moglie Margarita, senza la quale, confessa, “sarei già finito all’altro mondo. Perché  per me Margarita e la vita. Non ha eguali. Altro che angeli, sante, musica celestiale! Margarita ha nella sua tenerezza la quintessenza dell’amore della sposa, insieme alla delicatezza dell’amica, all’abnegazione della figlia, e sempre sorride e si prodi­ga”.

Un’agonia, la sua, affrontata con grande dignità: “mi sento morire di spossatezza e di febbre e ii quadro poetico in cui sono immerso si oscura per le ombre proiettate dalla mia tristezza. Eppure non mi demoralizzo. E morirò, come sempre, a testa alta” e confortata dalle cure di Antonio Vio Bonato e Giovanni Bernardo Calvino, entrambi medici e confratelli massoni. (2

Il primo, autore di un Riassunto pratico di alcune affezioni delle vie orinarie (1864), era di origini padovane e aveva fatto parte della colonia italiana a Parigi, dove- come risulta dal Journal de medecine et de chirurgie pratique del 1872(3- aveva esercitato presso 1’ambulato­rio del Theatre-Italien ed era dunque un umanista appassionato di letteratura (4.  I1 secondo, invece, appas­sionato coltivatore di rose, libero pensatore e futuro nonno di Italo Calvino (5, apparteneva alla loggia “Liguria” di Sanremo dal 1874(6 e si era guadagnato 1’epi­teto di Italianissimo per aver partecipato, in gioventù, alla presa di Porta Pia, avanzando sotto la grandine dei proiettili degli zuavi pontifici(7. Come si evince dall’atto di morte di seguito riportato, entrambi si fecero carico delle pratiche necessarie, anche se fu soprattutto Giovan Bernardo a occuparsi delle esequie e delta cremazione – nell’ara crematoria del cimitero delta Foce – cosi come a tratteggiare un sentito ritratto del confratello messicano ne II pensiero di Sanremo(8:

... Egli fu un eminente patriota e di vasta cul­tura letteraria nonché un insigne giureconsulto ed elegante scrittore. La sua vita fu da Lui intieramente consacrata alla libertà e prosperità del suo paese. Anzi non e dimenticabile, per chi conosce la storia di quella eroica nazione, il di Lui concor­so al trionfo della lotta dell’indipendenza contro it partito clericale, che protetto dalle bandiere del secondo Impero, e di un rampollo asburghese, tentava di opprimere il Messico riducendolo sotto la tirannide che si volle importare dalla vecchia Europa monarchica. Apostolo di libertà e di scien­za, Egli visse fino agli ultimi giorni delta sua vita nella fede dei grandi ideali, the dovranno redime­re, un tempo non lontano, l’umanità dalla forza brutale, e da tutte le mitologie the servono i potenti della terra.(9

Le ceneri, in una urna di legno di olivo foderata di seta bianca (10, furono poi traslate, via New York e Veracruz, a Citta del Messico, e in occasione del cente­nario della nascita, depositate nella “Rotonda degli Uomini Illustri” (11,. A Sanremo, però, di Altamirano resta un bel ricordo a villa Ormond: una grande statua eretta il 13 febbraio 1960 per volontà del Comune di Sanremo e inaugurata alla presenza di diverse autorità politiche messicane.

In Messico, a poche settimane dalla morte di Nacho tutti quelli che si consideravano amici e discepoli gli dedicarono una tertulia in cui lo scrittore liberale Justo Sierra, abbattuto, dichiarò: “Addio, Maestro; non ti dimenticheremo, non ci dimenticherai” (11.

Niente di comparabile con le illuminanti parole a lui dedicate dal patriota, pensatore e poeta Jose Martì, con le quali desi­dero chiudere questo breve excursus. L’ “Apostolo di Cuba”, infatti, a un mese esatto dalla morte dello stima­to collega scriveva dall’esilio newyorchese, sul periodico Patria, questo ispirato e illuminante necrologio:

Ai tempi della guerra […] quando 1’America sagace già vedeva nell’Indipendenza di Cuba quella del nostro Continente […] un messicano di razza india ci amò e ci proclamò tali; é morto un messicano. I1 gesto autorevole di Ignacio Altamirano sembrava decretare, davanti alla storia, la sorte di una famiglia di popoli liberi.

Oggi, tra gli allori di Parigi e la pena degli america­ni, é appena caduto 1’indio intellettualmente preco­ce che le autorità del tempo dichiararono “maturo” quand’era ancora un bambino; il tuonante oratore della Costituzione, il guerrigliero che sfidò 1’impero di Massimiliano, il magistrato severo, 1’amico degli studenti, e il critico fine e laborioso, colui che firmò i versi da lui inviati al portoricano Betances, in memoria del 14 luglio, come “indio, americano e dernocratico”; colui che ordinò che bruciassero lt suo corpo affinchè le ceneri tornassero alla terra dove aveva parlato per la liberta e combattuto per la patria.

 

Note

1 La lettera e contenuta net vol. 22 delle Obras Completas di Ignacio Altamirano, SEP/CONACULTA, 1986-2002. La traduzione di questa e delle prossime citazioni e mia.      

2 Altamirano era entrato nella massoneria messicana intorno al 1870 (Grande Loggia di Tixtla, Stato di Guerrero), fino a diventare Gran Maestro della Grande Loggia della Valle del Messico; succes­sivamente si allontanò dal rito scozzese, considerandolo un sistema gerarchico analogo all’ aristocrazia nobiliare o alla Chiesa Cattolica. Cfr. Fernando Gil Gonzalez, «Ignacio Manuel Altamirano 1834­-1893», in Museo virtual de historia de la masoneria, https://wwwz.uned.es/dpto-hdi/museovirtualhistoriamasone­ria/141iteratura_y_masoneria/altamirano.htm (1o/o6/zozl).

3 Cit. in Francesca Bottero, < Emile Zola a Genova>>, in Studi fran­cesi, nota 48,177, LIX/III, zo15, https://journals.openedition.org/stu­difrancesi/1zo6ttftnu (8/o6/zozl).

4 Fu proprio in concomitanza con il soggiorno di Altamirano a Sanremo the il medico padovano ebbe modo di incontrare Emile Zola: < La conversazione fu animatissima vicino a Zola ed alla sua signora. Il dottor Bonato, che visse a Parigi molti anni e fino a pochi giorni or sono, frequentando la casa dell’editore Charpentier aveva avuto occasione di conoscervi to Zola, e quindi vennero in campo ricordi comuni delta vita parigina>> (“Zola a Sanremo”, in Il Pensiero di Sanremo, V, 40, z ottobre 189z, p. 1, cit, in Francesca Bottero, op. cit.).

5 Come e stato ricordato e scritto in diverse occasioni, it figlio Mario, agronomo, trascorse diversi anni in America latina, prima in Messico e poi a Cuba, come direttore delta Stazione Sperimentale di Agricoltura di Santiago de las Vegas. Dal matrimonio con Eva Mameli, eminente botanica, nacquero per fappunto, nella maggiore delle Antille, Italo e Floriano.

6 Luca Fucini, Sanremo e la massoneria. Cenni storici sui Liberi Muratori, Quaderno n. 7 a cura di Roberto Colombo, Circolo Culturale Filatelico Numismatico Sanremese, Sanremo 1997

    7 Cosi scriveva infatti in una lettera al fratello rinvenuta da Luca Fucini e pubblicata da Aldo A. Mola in Italia. Un Paese speciale. Storia del Risorgimento e dell’Unita, Edizioni del Capricorno, 2011: «Sono entrato in Roma e, sebbene per miracolo, ho scampato la pelle. Questa mattina alle ore 4 e 1/2 incominciò il bombardamento delta citta colle nostre 166 bocche da fuoco, e verso le nove si assaltavano i papalini sulla breccia aperta a Porta Pia. Dopo un’ora circa di terri­bile moschetteria si entrava in citta facendo prigionieri quasi tutti questi briganti colt Toro, generale in capo compreso. Il mio battaglio­ne si distinse sopra ogni altro del Reggimento ed il mio Capitano ha detto al Colonnello che io mi sono portato egregiamente. Io per mio conto t’assicuro che mi sono trovato in mezzo ad un fuoco di mos­chetteria che sembrava cadesse la grandine e però sempre imperterri­to non volendo a costo della vita perdere la fama di coraggioso che godo nel Reggimento» (http:// www. base. it/ouch/materiali/ Comunicato-%20Calvino.pdf, 1o/1z/zo20).

8 Giovan Bernardo Calvino, 11 pensiero di Sanremo, domenica 19 febbraio 1892, anno VI, numero 8.

9 Per approfondimenti sull’attivita massonica di Giovan Ber­nardo e la sua loggia sanremese vedi il gia citato studio di Luca Fucini.

10 Ernesto Ortiz Diego, <<La muerte del maestro Altamirano>>, Colloqui, 14 de febrero del 2014,-http://www.colloqui.org/collo­qui/2014/2/14/la-muerte-del-maestro-altamirano 29/05/2021).

11 In Sanremo e I’ Europa, 1’Immagine della Città tra Otto e Novecento, a cura di Letizia Lodi, Scalpendi, Milano 2018.

12 Cfr. Bertha Hernindez, “Morir en San Remo: Ignacio Manuel Altamirano se despide de la vida”, in  Cronicaxom.mex, 2019-oz-10, ttps://www.cronica.com.mx/notas/zo19/iiog8i5.html (1z/o6/zozl).

 

 

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