Nelle due foto, sopra e sotto, l’arrivo di Gino Bartali nella Milano Sanremo del 1939 ed i festeggiamenti dopo la vittoria nell’edizione successiva. La terza immagine lo vede trionfare in via Roma dell’edizione del 1950, l’Anno Santo del dopoguerra.
Gino Bartali, nato a Ponte a Ema il 18 luglio 1914 è stato uno dei più famosi e tenaci atleti dello sport ciclistico italiano. Dopo gli anni dell’esordio nella società “Aquila divertente”, divenne professionista nel 1934; concluse la sua carriera nel 1954, dopo aver vinto 3 Giri d’Italia (1936, 1937, 1946); due Tour de France (1938, 1948), quattro Milano Sanremo, tre Giri di Lombardia e numerose altre gare importanti. La sua vittoria al Tour de France del 1948, emerge in particolare perché avrebbe contribuito ad allentare il clima di grande tensione sociale in Italia provocato dall’attentato a Palmiro Togliatti. La già luminosa carriera di Bartali, e quella del suo grande rivale Fausto Coppi, più giovane di cinque primavere, è stata condizionata dalla seconda guerra mondiale, così come ha gravato gli anni più promettenti di tutti gli atleti, loro contemporanei. Ma proprio nel periodo bellico, fra il settembre 1943 e il giugno 1944, Bartali si adoperò in favore dei rifugiati ebrei come membro dell’organizzazione clandestina DELASEM compiendo numerosi viaggi in bicicletta Terontola-Cortona ad Assisi, trasportando documenti e foto tessere, nascosti nei tubi del telaio della bicicletta, per favorire la fuga di ebrei rifugiati. Nel 2006 il Presidente della repubblica Carlo Azeglio Ciampi gli conferì la medaglia d’oro al merito civile per avere contribuito al salvataggio e nel 2013 è stato dichiarato Giusto tra le nazioni per queste sue azioni.
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