Bussana, un eroe al santuario. di Claudio Porchia
Nello studio Moreschi non ci sono solo foto catalogate ed ordinate per anno o per avvenimento, ma anche immagini prive di riferimenti certi in attesa di poter raccontare la loro storia. Alfredo le conserva ugualmente con grande cura nella prospettiva di riuscire a definirne il contesto ed individuarne i protagonisti, coltivando con fiducia la speranza di trovare l’indizio che lo possa portare alla soluzione del caso. Appartenevano a questa categoria le foto che pubblichiamo in questa occasione e che, come anticipato nel precedente articolo, ci portano a 8 chilometri da Sanremo, nella splendida frazione di Bussana, oggi scossa da brividi secessionisti. A corredo di queste foto, esisteva solo un generico appunto scritto a matita ed in parte sbiadito: benedizione dei gagliardetti e la data del 2 settembre 1928. In basso a sinistra il timbro a secco ed in rilievo dello Studio fotografico Ars Nova condotto dai fratelli Martini per oltre mezzo secolo in via Matteotti e situato fra l’Ariston e Piazza Colombo. La didascalia riporta ad un giorno preciso e ad un’epoca storica inconfondibile: siamo in pieno regime fascista perché quello della benedizione e della consegna dei gagliardetti è stato uno dei primi riti della liturgia del regime. La foto è stata scattata di fronte alla maestosa facciata del Santuario del Sacro Cuore, che si trova nella piazza principale di Bussana e di cui ne rappresenta il simbolo della rinascita dopo il terribile terremoto del 1887. Così è riportato in tutte le guide, ma non credo di svelare un mistero o tradire un segreto, se scrivo che, per gli abitanti di Bussana Vecchia, il simbolo del paese rimane il campanile della chiesa di Sant’Egidio, miracolosamente scampato al terremoto. Mostrate le foto a Don Giorgio Curlo, compagno di scuola al Liceo di Alfredo, e con l’aiuto di Don Franco Percivale, che cura l’edizione dell’Eco del Sacro Cuore, è stato possibile risalire al vero motivo della solenne cerimonia. La vicenda, importante, ma sconosciuta ai più, è raccontata con dovizia di particolari in una copia dell’ormai storica pubblicazione del Santuario di Bussana uscita nel settembre del 1928, che titolava così l’evento: “Una Madre di fede ed un figlio eroico al santuario di Bussana”. La madre di fede, qualche mese prima , era venuta al santuario e di fronte all’altare aveva deposto un voto chiedendo la grazia per il figlio, Alfredo Viglieri, che risultava disperso sui ghiacci dell’Artide dopo il naufragio del dirigibile Italia condotto dal comandante Umberto Nobile. Alfredo Viglieri era nato il 2 luglio del 1902 in Sarzana e dopo aver frequentato l’accademia navale di Livorno era stato chiamato da Umberto Nobile a prendere parte alla spedizione come ufficiale di rotta perché ne aveva conosciuto personalmente doti e qualità. Viglieri si trovava quindi a bordo del dirigibile Italia con Umberto Nobile 24 il maggio 1928 quando riuscirono a raggiungere e a sorvolare il polo nord per la seconda volta, due anni dopo l’esploratore norvegese Roald Amundsen con il suo dirigibile “Norge”. Durante il viaggio di ritorno il dirigibile si frantumò sulla banchisa polare e l’incidente ebbe rilevanza mondiale portando anche alla prima spedizione internazionale di soccorso nella zona del polo nord. Le cronache raccontano così l’episodio: “Alle 10.33 del 25 maggio 1928, il dirigibile Italia si è schiantato sul pack a nord-est delle Spitzbergen (81,14′ N e 25,25′ E), a causa di una forte perturbazione e vento forte. Sei uomini sono stati trascinati via dal vento e di loro non si è saputo più nulla, probabilmente inabissati in qualche punto del Mare di Barents. I naufraghi hanno montato una tenda e dipinta di rosso per renderla visibile. Da allora quella tenda rappresenta l’emblema della vicenda di Nobile, del suo equipaggio e dei suoi soccorritori”. Non mancarono le polemiche, Nobile fu accusato di aver abbandonato i suoi uomini e fu costretto a dimettersi da tutte le cariche. Il governo lo abbandonò al suo destino e solo dopo la fine della Seconda guerra mondiale il giudizio della commissione d’inchiesta fu sovvertito e Nobile venne riabilitato. Fra i superstiti della spedizione c’era Alfredo Viglieri la cui competenza e conoscenza ha consentito al marconista, Giuseppe Biagi, di inviare le informazioni sulla loro posizione ai soccorritori, nonostante la difficoltà rappresentata dal movimento continuo ed irregolare della massa di ghiaccio dove si trovava la tenda. Alfredo Viglieri, dopo 48 giorni passati sul sul “Pack” fu tratto in salvo insieme agli altri compagni della tenda ed un anno più tardi pubblicò un libro in cui racconta questa terribile esperienza. Le foto testimoniano il ritorno a Bussana della mamma Emma con il figlio Alfredo in ottemperanza al voto, che aveva deposto ai piedi dell’altare, e dimostrano come quello che nelle intenzioni doveva essere un semplice rito familiare, diventa ben presto una grande manifestazione. Il cronista del “Pensiero di Sanremo” così racconta l’episodio: “Quando si ode il rombo dei motori ed il corteo di macchine giunge nella piazza è un momento indescrivibile. L’entusiasmo popolare esplode in un applauso interminabile e la banda comincia a suonare una marcia trionfale. Avanzando con grande fatica il corteo giunge alla casa parrocchiale ove il buon parroco Don Francesco Buffaria riceve gli ospiti Illustri”. L’elenco delle numerose autorità presenti, fra le quali spicca il compianto Podestà Agosti, e quello dei tanti ospiti illustri riempie le numerose colonne sui giornali dedicate all’evento. Per l’occasione la Lega Navale e l’Unione Marinara Italiana avevano chiesto si procedesse alla benedizione dei rispettivi gagliardetti. Il cronista dell’Eco della Riviera descrive il rito sottolineando che “La signora Emma Viglieri di buon grado aveva accettato di fare da madrina all’evento e che un corteo enorme aveva raggiunto il sagrato del santuario“. L’anno scorso in occasione dell’80a ricorrenza dell’evento la rivista dell’Eco del Sacro Cuore, curata da Don Giorgio Curlo e Franco Percivale ha dedicato ampio spazio alla cronaca della giornata e pubblicato alcune di queste foto. Sulla sua rivista le foto hanno potuto nuovamente raccontare, per intero, la loro storia e tenere viva la memoria di un frammento di storia non solo di Bussana, ma internazionale.
P.S. Resta da dire che in quel periodo i Dirigibili erano di gran moda nel mondo intero, e Sanremo aveva assistito a parecchi passaggi del più famoso fra tutti, il leggendario Zeppelin con scambio di sacchi pieni di corrispondenza e, col naso all’insù, il loro transito sopra le passeggiate era uno spettacolo che doveva essere assolutamente documentato …….. come quando passava il Rex all’orizzonte.
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