Cupisti Mario giornalista scrittore

Gina Lollobrigida al Casino durante il veglione conclusivo del Rally del Cinema, intervistata da Mario Cupisti .

Vittorio De Sica intervistato da Mario Cupisti al Teatro delle Palme.

Mario Cupisti, giornalista e scrittore, viareggino di nascita, ha vissuto gran parte della sua vita a Sanremo. La sua singolare ed abile prosa resta espressa nei numerosi articoli scritti per importanti testate nazionali e sulle pagine di quelli locali. Sfogliando alcuni dei suoi libri come “Mercanti di Sole”, “La fanciulla con le ali”, “Quando Sanremo odorava di mandarino”  si leggono, partecipandovi,  le cronache dell’epoca. Sfogliando documenti, lettere, giornali, rivedendo le foto ingiallite Cupisti realizza un reportage di un mare sempre in pace tra ciliegi, ulivi, cedri, palme, aranci, limoni e fiori, ci fa respirare, anche in pieno inverno, l’aria salubre di sempre dolci primavere, quasi fossimo il un film della cosiddetta Belle Époque, anche se non per tutti: per altri era “poque belle.”    Carlo Dapporto che su richiesta di Cupisti vergò una sapida introduzione del Libro, la conclude: ” Per quanto riguarda le famose donne di allora, ricordo di aver sentito parlare della Contessa Tiepolo e del suo povero giovane attendente. Dei grandi uomini ricordo Orazio Raimondo, celebre politico, affascinante oratore. Il Duca Borea D’Olmo, amato, stupendo personaggio. Di Siro Andrea Carli, altro magnifico di quella Belle-époque, ricordo solo il monumento in Piazza degli  Eroi Sanremesi. Immagino che nella tua opera menzionerai carrozze, carrozzine, polverose diligenze, ricchi ” landau” con tiri a quattro, a sei, a atto, ed elegantissimi cocchieri, gallonati, in cilindro. Al posteggio vedo somari, asini, muli addetti ai trasporti ed alla passeggiata dei turisti nella città vecchia. Ai giardini pubblici, per la gioia dei bambini, vedo fragili calessini trainati da docili asinelli. Per il piacere e… qualche dispiacere dei grandi, vedo la costruzione del Casino e la felicità di chi to gestisce. Uno dei guai d’allora doveva attribuirsi alle strade polverose, fangose, piene di buche, senza calcolare quello che i cari, incoscienti equini depositavano al loro passaggio. Penso the questo previsto inconveniente fosse, con la dovuta logica, sopportato. Senza cavalli, il paese sarebbe stato un triste mondo appiedato. La mia “prefazione” sta per finire. Cavalli a parte, vogliamo tornare a quando Sanremo odorava di mandarino?  Carissimo Cupisti, desidero tanto leggere questo tuo libro che, come m’hai detto, si conclude nel 1914. Spero che la tua storia non veda l’inizio della grande guerra 14/18. Tingeresti di grigio tutte le belle pagine di serenità che la tua estrosa penna sa piacevolmente narrare ai suoi lettori. Scusa,…sento odore di bruciato,… m’e caduto la sigaretta sulla “moquette”. Non e la prima volta. Ciao! Auguri di tanto successo! Ai Lettori, buona lettura. Ti abbraccio!  Carlo Dapporto

 

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