Un “GIALLO,, a Sanremo. George Raft sta “girando” la storia di un giocatore coinvolto da SANREMO. Come già Montecarlo ebbe Scarpette rosse, un film tutto ambientato sullo scoglio monegasco, cosi Sanremo sta per essere teatro della lavorazione di una pellicola. La località è stata scelta da un gruppo anglo-americano (la Kaydor-Romulus Film) dopo aver passato In rivista tutti i luoghi pittoreschi fra Genova e Marsiglia. Scartata la Costa Azzurra, troppo vista a disadatta all’ argomento, lasciato il resto della nostra Riviera, troppo piatto e con non sufficiente risalto, è stata scelta Sanremo. Quella che viene chiamata « la perla della Riviera » non comparirà col suo vero nome; non San Remo, ma San Paolo. Sarà però una città turistica alla moda, con un casinò, ville e grandi alberghi, clientela cosmopolita. La vicenda si richiama al più classici gialli della letteratura filmistica americana. Un consumato giocatore arriva nella cittadina mediterranea per un periodo di vacanze e quivi, per colpa di una ragazza, viene coinvolto in un losco affare: l’uccisione di un agente segreto della polizia tributaria americana. Egli ripara in un villaggio prossimo alla città un complesso di case semidistrutte dal terremoto e quivi nasconde la fanciulla di cui si è innamorato. Poi parte alla ricerca degli assassini dell’agente. A sua volta diventa poliziotto e riesce a scoprirli con l’aiuto di alleati improvvisati che gli si stringono attorno per simpatia. Tutto finisce per il meglio e con la fortuna arride all’uomo anche l’amore. Un giallo che sfuma nel rosa. Il titolo dell’edizione americana sarà WE get you for this (che significa in italiano, Tu me la pagherai). La lavorazione del film è cominciata in questi giorni. Teatro delle riprese esterne sono la stazione di Sanremo, il Grande Albergo Reale, una vecchia torre nei pressi di Taggia, il monastero dei Domenicani e soprattutto Bussana vecchia. E’ questo il più strano paese del mondo, un complesso di case semidistrutte, piene di crepe, rimaste in piedi dopo il terremoto del 1887. Sussistono ancora le strade fra I ruderi pericolanti; il campanile della chiesa è rimasto su per miracolo; alcuni archivolti non sono crollati. Per i vicoli simili a mulattiere che salgono fra le povere costruzioni “mozzicate”, nessuno. Gli unici abitanti rimasti sono due vecchi Matti, marito e moglie, che coltivano garofani su due vasta terrazze, i n vista del mare. La popolazione del villaggio 63 anni fa ha abbandonato il luogo per ricostruire Bussana 500 metri più giù, sul crinale della collina, e radunare le case intorno a un grande santuario dedicato al Sacro Cuore, eletto protettore del luogo contro gli spaventosi movimenti tellurici. Fra questi ruderi saranno girate numerose sequenze del film. E veniamo al protagonisti. La «vedetta» della pellicola è George Raft. Tutti conoscono il suo volto segnato, vivificato da due energici occhi neri. “Sono newyorkese– egli dice- nato e cresciuto nel vecchio Bowery, il rione più popolare della grande città. Nessuno è quindi più americanodi me. Ma, non dimenticatelo, mia madre è nata a Napoli.” E di napoletano, quest’ uomo di 55 anni, ormai completamente brizzolato (com’è lontano il tempo del bruno danzatore di Bolero!) ha molte cose: la risposta pronta, un acuto senso di “humor”, un cinismo in in pelle che sfiora le cose sorridendo. L’ho sentito per tutta una sera animare la conversazione di una tavolata di venti persone, pieno di spirito, agilissimo, prontissimo nella botta e nella risposta. E’ un simpatico uomo. Nella sua conversazione ricorrono I personaggi più Importanti del cinema di quest’ultimo ventennio. E quanti amici egli ha lasciato lungo la strada: Wallace Beery, simpatico e bonaccione, che fu suo compagno in tanti film, John Barrymore, la sua carissima amica Carole Lombard che quando si sposò Clark Gable gli portò in dono un nuovo amico in quest’ultimo attore. I nomi non si contano: Greta Garbo, Chaplln stesso che cosi raramente si lega a qualcuno, e numerosi registi: Fred Niblo, John Ford, Rex Ingram. Sembra dì sfogliare un album della cinematografia americana. Egli vive a New York da solo, dopo aver perduto la moglie qualche anno fa. Ha un figlio di 22 anni che lavora nel cinematografo come ambientatore e che per orgoglio ha voluto costruirsi la sua vita da se non assumendo mai ordinazioni dalle, case americane del padre. Accanto a Raft in WE get you for this c’è Coleen Gray, una bella fanciulla del classico tipo americano, figlia di un fattore del Nebraska, diventata celebre per essere stata prescelta da Blng Crosby nel suo ultimo film diretto da Capra. E siccome il lavoro in fabbricazione ha carattere internazionale, il terzo attore in vedetta è un italiano, un omettino di dodici anni, il protagonista di Ladri di biciclette, allievo di Vittorio De Sica. Sarà nel film un piccolo “sciuscià” che il protagonista incontra al suo arrivo nella bella città mediterranea e che si trascinerà dietro nelle complesse vicende della trama. Il motivo per il quale Raft vicenda d’un consumato nio di un agente segreto è stato scelto come protagonista è curioso. Questo attore sobrio, che fuma tre sigarette al giorno, che beve forse tre bottiglie di champagne all’anno, è ben noto per la sua smodata passione per il giuoco. ” Più volte- dice egli stesso- sono saltato dalle finestre di un mezzanino durante una sorpresa della polizìa in una bisca clandestina a Long Island o a New Jersey”. Non la roulette, il trente-et-quarante sono il suo sogno, ma lo chemin de fer, il sabot è la sua passione dominante. Far nove, il suo sogno. Nel film egli sarà infatti un giocatore, una parte che non ha mai sostenuto finora in nessuna, pellicola. È per adesso, in attesa delle Inquadrature che si gireranno proprio al casinò al tavolo di baccarà, egli si sfoga a giocare come un privato qualsiasi. E perde regolarmente. Il motivo è chiaro: troppe donne stanno attorno alla “grande table”. E tutte guardano lui. Angelo Nizza
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