Per una rilettura dell’immaginario Rubiniano …...
Nato in una importante Famiglia ponentina, ma “Spirito libero e controcorrente”, Antonio Rubino in persona, e in punta di penna, ha stabilito di definirsi in questi termini, nel personale Curriculum Ridiculum: “giornalista per ragazzi, favolista, autore di libretti e di commedie, decoratore di ambienti, scenografo, attore, polemista, regista di disegni animati e persino, nei ritagli di tempo, raccoglitore di olive” Tutti sappiamo, invece, che i suoi meriti riconosciuti erano ben altri; certamente di più cospicua misura. A testimoniarlo resta la sua vasta produzione poetica, letteraria pittorica nel senso più esteso del termine, e persino quella di compositore musicale. Non sono questi gli aspetti che l’attuale presentazione intende illustrare, anche se il solo mostrare i famosi affreschi di Villa Gonzaga ad Olgiate Olona, quelle del Miramonti e le tele che arricchiscono la Pinacoteca del Comune di Baiardo, unitamente a quelle del Museo Civico di Sanremo e di fortunati collezionisti locali, costituisce una succosa occasione per chi già li conosce come per chi riesce a gustarli per la prima volta. Si vuole, con questo modesto slide show offrire l’occasione per conquistare l’ennesima chiave di lettura di alcune opere tra le tante realizzate dall’Uomo che parlava a tutti i bambini; compresi quello che ognuno di noi continua a custodire gelosamente dentro di se, anche quando, e soprattutto, si trova ad essere ormai “avanti negli anni”. In sostanza l’intento, il pretesto, il suggerimento è quello di individuare nei quadri e negli affreschi che sono in zona, limitatamente ai fiori ed alle piante che Rubino vi ha inserito, l’aggancio con quelli veri che conosceva bene. Sia quelli che ornavano i lussureggianti giardini della costa, sovente provenienti da molto lontano, sia quelli spontanei che ha cercato per tutta la sua esistenza; ed ha incontrato anche il giorno in cui si è addormentato in mezzo a loro proprio nei dintorni del suo “Castel Baiardo”. Del resto, la accertata, profonda conoscenza del mondo verde è stata certamente una delle eredità ricevute dal padre Giovanbattista, banchiere di professione, ma anche botanico d’elezione. Infatti, osservando le illustrazioni di Rubino si nota subito, fra gli infiniti elementi del decoro la continua presenza di decine e decine di fiori che è possibile individuare: sia quelli riprodotti abilmente come fossero delle vere e proprie tavole botaniche; sia quelli “rappresentati” con mano felice ed al limite della pura invenzione. Fiori e piante hanno una loro storia connessa strettamente alla vita dell’uomo, valori simbolici ed effettivi che permettono di “rileggere” sotto un’ altro aspetto anche l’intera opera solo apparentemente fantastica di Antonio Rubino. Gli abitanti non solo verdi della terra, fanno parte, a tutti gli effetti, quindi, del suo personale immaginario, alla pari degli altri attori che la sua abile matita fa recitare. Non sono, certamente, semplici arricchimenti grafici. Trattandosi di un tentativo di identificazione, può accadere di essere incorsi in una forzatura e, quindi, chiunque sia libero di eccepire dall’abbinamento proposto.
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