Fausto Cigliano si rivela un precoce artista fin da bambino, ed in attesa di possedere un vero strumento musicale comincia a costruisci delle pseudo-chitarre con scatole ed elastici mentre ascolta attentamente alla radio le più famose melodie dell’epoca ed i cantanti americani più celebrati. Durante l’adolescenza e con l’aiuto di un libretto di accordi ed impara a suonare da autodidatta guadagnandosi le prime scritture, quando ha appena compiuto i sedici anni, nei locali di Napoli e delle isole. L’anno successivo arrivano le prime trasmissioni radiofoniche, e partecipa al programma radiofonico Premio Italia dove canta una canzone scritta da Totò: “Che me diciste a ffà!.” Partecipa al Festival della Canzone di Napoli del ’56 e del ’57 ma sarà quello del 1959 ad incoronarlo vincitore. Cinque volte lo vediamo in gara al Festival di Sanremo, ma senza eccessiva fortuna. All’Ariston, il 26 Dicembre 1963, Fausto Cigliano partecipò alla serata finale del 1° Festival dei Bambini. Il periodo successivo lo vede impegnato ad intraprendere uno studio più approfondito ed accademico della chitarra classica. Nel 1976 si diploma al conservatorio di Santa Cecilia in Roma. Lo studio della musica classica fa nascere in Cigliano il gusto per la ricerca. Con Mario Gangi forma un duo artistico di studio, riscrittura e riproposizione del repertorio classico napoletano. Quella tra Cigliano e Gangi è una collaborazione che dura un trentennio con numerosi concerti ed incisioni.
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