CINECLUB SANREMO, vent’anni di film non professionale.

Nel 1955 si gira a Villa Marinuzzi il film LE AVVENTURE DELL’ALTRO IO. Al centro della Troupe il Maestro Gino Marinuzzi JR,, la moglie Liana, Gabriele Candiolo e gli attori del Teatro Stabile di Bolzano Renata Padovani,  M. Grazia Santarone e Gino Pernice.

      Un’inquadratura de L’ULTIMO GIOCO, girato a Sasso nel 1960.

Le prime cineprese cominciarono a girare, nella Sanremo di inizio 900, quasi in contemporanea con la nascita della cinematografia italiana.  Tutta colpa del dolce clima invernale e della presenza pressoché continua del sole. Sono parecchie le produzioni nazionali e francesi che ne approfittarono come l’ ARTISTIC CINEMA NEGATIVES SANREMO  (una ventina di produzioni tra documentari, comiche brevi e film di 1200m). Nel 1914 Eugenio Bava,  capostipite di una famiglia di Cineasti tuttora celebre, fondò la Sanremo film , attiva ancora localmente negli anni 20.  L’ultima casa cinematografica ad interrompere la sua saltuaria abitudine di girare d’inverno a Sanremo gli esterni è stata la tedesca U.F.A. che aveva un recapito fisso a San Martino; nell’Archivio Moreschi sono disponibili gli scatti di scene girate a Ceriana e nella piscina del Mediterrané nel 1939.   Si può, inoltre, considerare il notevole numero di  film  girati da queste parti e, soprattutto, la continua presenza di famosi attori transitati fra Capo Nero e Capo verde in ogni momento dell’anno, condensata, negli anni 50 dalle tre edizioni del Rallye del Cinema, quando l’intero mondo della celluloide veniva a passare un week End a Sanremo. Per la Storia, i vincitori furono Alberto Sordi, Sophia Loren e Gina Lollobrigida.  Da citare anche il Salone dell’ Umorismo di Bordighera che per anni fu affiancato dal Festival del Film comico e satirico che si impose come rassegna specifica di tutto rispetto per l’importanza delle opere in cartellone.   Questo è lo sfondo e l’atmosfera esistente, quando, nella primavera del 1953, si aprì la prima sede del Cineclub Sanremo a Villa Natta, alimentata   da un gruppo di amici inseparabili che avevano condiviso i momenti felici dei banchi di scuola, quelli tragici del secondo conflitto mondiale e vivevano gli stimoli frenetici della ripresa economica italiana, e fra questi la viscerale passione per il Cinema. Era il periodo in cui si diffondeva rapidamente nelle case la presenza di cineprese sempre più accessoriate; fatto  che invogliava, dapprima, a riprese famigliari, alla documentazione di luoghi e vacanze, al  racconto di episodi di varia natura. Era la proliferazione di schiere di registi dilettanti che non tardarono a radunarsi in gruppi di lavoro e di discussione; a definirsi Cinedilettanti, Cineamatori, Autori indipendenti o del Cinema non professionale. Questi pellicolari di Sanremo che si incontravano tutti i giorni alle 17 nel dehor dello storico Bar Venezuela di Via Matteotti  erano Duilio Cossu, Massimo Porre, Sergio Natta,  Aligi Laura, Guido Pancotti, Renato Barberio, il Maestro e compositore Gino Marinuzzi JR.   In breve tempo fu presa la decisione di costituire a Sanremo un Cineclub e di radunarvi altri gruppi o singoli appassionati, come  Gabriele Candiolo, Roberto Minasso, Armando Anselmi, Augusto Andreini, Franco Francioni, Ruggero De Ambrosi,  Ario Calvini, Sergio Lorenzelli, Ivano Amoretti e la moglie Cesy, Sandro Roggero, Gianni Podini, Giulio Costa,  ed il sottoscritto, che pullulavano nei dintorni, arrivando ad annoverare 50 soci di media per ben vent’anni.  Aderirono i già esperti  e prolifici cineasti del Club Alpino locale Nuccio Biggio, Gianni Puppo, Franco Barba, Romeo Salesi, ma soprattutto suo cognato Il Maestro Pippo Barzizza che diverrà il primo Presidente del Cineclub Sanremo ed autore de LA VOLPE (1964), un film a soggetto al quale interverranno come tecnici, assistenti, comparse ed interpreti i soci stessi e le loro mogli.  LA VOLPE  parteciperà l’anno dopo al Concorso Nazionale della Federazione Nazionale dei Cineclub a Montecatini alla quale il sodalizio sanremese si era iscritto.  Al Cineclub aderiranno molti cinefili sanremesi, allora giovanissimi  come Piero Farina  e Marisa Fogliarini che diverranno, a Roma, dove si trasferiranno negli anni 80, attivi collaboratori di testate RAI molto importanti, come GEO & GEO ed approfitteranno delle  vacanze a Sanremo per scoprire con cineprese, sempre più evolute ed esperienze maturate, fatti, personaggi e vicende del luogo di nascita.   Dalla cronaca nazionale estraiamo questo riferimento al gruppo sanremese, attivo nella produzione e nell’ organizzazione di eventi in città sino ai primi anni 70, nella seconda sede di via Matteotti, 194 e nella terza, ampia sala di Via Roma 25.   Tatina Salesi Barzizza taglia il nastrofilm per l’inaugurazione della sede di via Roma 25. Il fratello Romeo Salesi e Franco Barba reggono le bobine. Al centro Gabriele Candiolo ed il Presidente del Cineclub Bergamo Capoferri

Nel 1958 Il Cineclub, in collaborazione con il Casinò e nell’ambito dei Lunedì Letterari, organizza una serie di proiezioni alla sala del Convegno nell’ambito dei Lunedì letterari. Verranno presentati i film più significativi del momento prodotti dal Cineclub Milano (nella foto 1 in alto si vede il Presidente Leonida Gafforio e nella foto 2 Renato Dallara autore del film vincitore dell’ultimo Montecatini, Scano Boa.  

N.B. –La parte che segue in grassetto è stata tratta da una corposa e documentata tesi di Laurea del 2013, successivamente pubblicata in volume di Lorenzo Simonini  su “Il cinema a passo ridotto di Costantino Ceccarelli” ed illustra, documentandolo ampiamente, il  Cinema non Professionale del dopoguerra.  Vengono citati, con giudizio lusinghiero, anche il Cineclub Sanremo ed alcuni nostri film.  La F.E.D.I.C era nata nel Luglio 1949 a Montecatini  ed aveva la sua sede a Roma. Nella nota località termale della Toscana, ogni anno organizzava il Concorso Nazionale che richiamava cineamatori, da tutta Italia, e vi intervenivano giornalisti di quotidiani e  non soltanto quelli di riviste specializzate.  Passando all’analisi della produzione degli anni ’60, si affacciarono nuove personalità sotto forma di gruppi, raccolti intorno a tre precisi Cineclub: Sanremo, Napoli, Venezia.  Fu in queste città che, in modo particolare, si raccolse quella sollecitazione, fatta ai cineamatori dalla critica, di dare valore all’importanza di una collaborazione nella realizzazione di un film, uscendo dal proposito presuntuoso di fare tutto da soli. Finalmente, si rendeva indispensabile mettere al servizio del progetto tutte le abilità nel Cineclub: da quelle creative e intellettuali a quelle pratiche e tecniche .  Il Cineclub Sanremo, nello specifico con il nucleo formato da Calvini, Candiolo e Moreschi, realizzò opere di satira sui fenomeni di costume, sulla corruzione affaristica, sull’ipocrisia dei mezzi d’informazione, sui tabù e i falsi valori del sesso. Tra i titoli da ricordare: Anna e il divo (1962), La separata (1963), Gli ugolanti (1964), Operazione Handkiss (1965), Non tutte lo fanno (1966), Il gallo (1967), Quarto programma (1970).  Sandro Roggero  sempre del C.C. Sanremo trattò il tema dell’omosessualità femminile nel film Due amiche (1967) e dei comportamenti spregiudicati nei rapporti matrimoniali. 

Il libro di Lorenzo Simonini riporta anche due giudizi emeriti che vanno immediatamente copiati e diffusi:  (I cineamatori) realizzano un sogno che ormai diventa sempre più difficile per i cineasti, quello di poter adoperare il cinema come il poeta adopera la carta e la penna, senza problemi industriali che lo soffocano.  (Federico Fellini, 1972)   

L’ammirazione immediata che abbiamo avuto per Griffith proveniva dall’aspetto “amatoriale” del suo cinema. Poiché ci dimostrava che il grande cinema derivava dal cinema d’amatore, fare del cinema d’amatore non era qualcosa di peggiorativo, e, per Rohmer in particolare, significava realizzare del cinema vero. Perché noi pensiamo che nel cinema d’amatore ci fosse una virtù che non si trovava altrove.(Jean Douchet, 1998) 

Recentemente, alcuni dei film del Cineclub Sanremo sono stati  scelti per essere inclusi nella Rassegna “DEI CENTO FILM AMATORIALI  prodotti nella seconda metà del 1900 che è possibile visionare al Computer. Essi sono IL CALABRESE  –  L’ULTIMO GIOCO  e   Gli UGOLANTI

Post scriptum. Può stupire certamente il fatto che, dopo un ventennio di attività, vissuto così intensamente e fecondamente, sopravvivano solo, come  tracce visive, una quarantina di pizze dal coperchio segnato dal tempo,  e le sporadiche  apparizioni elettronico\visive sopra descritte qua e la per l’Italia. Il motivo risiede nella chiusura d’imperio del Club stabilita agli inizi degli anni 70 dalla questura, appioppando la legge sui cinema che imponeva anche per la nostra saletta privata da 60 posti, le pesanti normative vigenti per le normali sale cinematografiche, impossibili da superare. Era, evidentemente, un capzioso pretesto (vivevamo in pieno il post 68),  provocato dal fatto che, per alleggerire le spese si conviveva con il locale Foto club e saltuariamente si ospitavano altre realtà per corsi o riunioni sociali; i Giovani floricoltori, un gruppo apolitico che usava la sede per sessioni di carattere tecnico orticolo,  poiché il Comune, da anni, rinviava la costruzione di un mercato dei fiori più moderno, durante una riunione decise di indire una manifestazione svolgendola giorni dopo lungo Corso Cavallotti davanti al Palazzo Comunale. Questo fatto bastò per imporci surrettiziamente la trasformazione che non avremmo potuto assolutamente sostenere, ne in quella sala ne altrove. Gabriele Candiolo pose il caso al Nazionale, ma non riuscì ad ottenere risposte: erano gli anni di piombo e strutture come la nostra stavano erano indigeste.   La mia voglia di Cinema e quella dei dispersi del Cineclub fu colmata dall’appuntamento annuale con l’arrivo all’Ariston della Mostra del Film d’Autore di Nino Zucchelli, in fuga dalle contestazioni subìte a Bergamo. Si svolse per una ventina d’anni in primavera con successo di pubblico e della stampa che mi concesse la possibilità di rivedere amici critici, come Ferrero, Autera, Cattivelli che la seguivano. Dal nostro canto, con Ario Calvini ed altri come Marco Innocenti, collaboravamo come promoter sul posto, io da addetto stampa, per aiutare l’infaticabile Nino Zucchelli nella sua ricerca di cinematografie emergenti. Anche a Sanremo la Rassegna non ebbe vita facile. Proprio in questo scorcio pandemico del 2021, regolarmente muniti del Green Pass, lo abbiamo ricordato, alla presenza della figlia e degli amici bergamaschi, il 15 novembre, mentre sul grande schermo dell’Ariston scorreva il film sulla sua vita.   Alfredo Moreschi 

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