MILANO SANREMO del 1907.
Petit Breton (il sue nome era Lucien Georges Mazan), nato a Plesse (Bretagna) il 18 ottobre 1882. Trascorse una parte della sua giovinezza in Argentina, dove cominciò a correre su pista. Quando tornò in Francia, venne subito definito “l’Argentino.” Nato con l’animo del vincitore, fu battagliero oltre ogni immaginazione diventando molto popolare. Passista veloce, fu primatista mondiale dell’ora percorrendo la distanza di km. 41,110 (nel 1905, a questa velocità andavano solamente alcuni treni). Dopo aver vinto la Parigi-Tours del 1906, trionfò nella prima Milano-Sanremo della storia. In questo stesso anno, il 1907, si aggiudicò il Tour, che rivinse nel 1908. Quando scoppiò la prima guerra mondiale disse che dovevano essere gli atleti dl tutti gli sport a dare il buon esempio. Fu protagonista di alcune azioni in combattimento e trovò la morte Il 20 dicembre del 17 a Vonziers (Ardenne). La prima Milano Sanremo della Storia cominciò sotto un nubifragio. Pioveva talmente che la madre dl Rosslgnoli, corridore dl Pavia, pensò bene di attendere il passaggio del figlio per offrirgli un provvidenziale parapioggia. Ci rimase male, la povera donna, quando s’accorse che il pensiero gentile non era stato apprezzato. Dopo un’ inizio calmo, la corsa si accese per merito di Gerbi a Pozzolo Formlgaro. Gerbi era allora il corridore più popolare d’Italia: leggendaria era la sua maglia rossa; i suoi colpi a sensazione, tutti preparati con astuzia e attuati con audacia, destavano l’entusiasmo. S’involò Gerbi sullo sconnesso selciato dl Pozzolo mentre molti avversari cadevano. E ci volle tutta la costanza di Garrigou, il corridore-cronometro, per riacciuffarlo a Savona. Allora Gerbi non insistette nella fuga consentendo il rientro del compagno di squadra Petit Breton. Nella volata finale in Corso Cavallotti a Sanremo avvenne il “fattaccio”: Gerbi, per favorire il coequipier, ostacolò e trattenne Garrigou e Petit Breton fu facile vincitore. Il gioco di squadra non è, quindi, invenzione del ciclismo moderno.
MILANO SANREMO del 1908. Van Hauwaert Cyrille, nato a Morselde (Belgio) ii 16 dicembre 1883. Quando nel 1908 vinse la Milano- Sanremo, venne definito il “Leone delle Fiandre”, espressione che tanti anni dopo sarebbe passata a Fiorenzo Magni, per tre volte consecutive vittorioso nel Giro delle Fiandre. Campione nazionale nel 1908, ottenne numerosi piazzamenti d’onore nelle “classiche” in linea. Alla vigilia dello scoppio della prima guerra mondiale vinse la Sei Giorni di Bruxelles in coppia con Stol. “L’uomo del fango” era uno degli appellativi con cui fu designato Van Hauwaert. L’altro soprannome, “Ventre ouvert.”, molto meno epico, gli fu affibbiato per scherno e dispetto dai francesi, che lo videro infrangere il loro lungo dominio sui pavé del Nord. Divenuto così famoso, il campione fu notato dal rappresentante belga della casa francese Alcyon, che lo scritturò in Francia, nel 1907, quando aveva appena vinto la Bordeaux-Parigi: la sua nuova Casa lo iscrisse, nel 1908 alla ,Sanremo. Van Hauwaert, si spostò con i suoi compagni di squadra, compiendo in bicicletta l’intero percorso Parigi-Milano (pedalando sino alla Costa Azzurra e lungo tutta la Riviera). Un allenamento utile perché il giorno calla corsa, sotto la pioggia e con strade fangose, Van Hauwaert se prese il volo sul Turchino e nessuno lo rivide più se non a Sanremo. Secondo, con un distacco di oltre 3 minuti arrivò Luigi Ganna; “Luisin” , comunque, si sarebbe “vendicato” vincendo la Corsa al sole l’anno dopo e restituendo al fiammingo (terzo arrivato) lo stesso….. quasi identico, distacco..
MILANO SANREMO del 1909
Ganna Luigi, nato a Induno Olona il 1 ° dicembre 1883. Nel 1908 fu primatista italiano dell’ora con km 40,405. Nel 1909, dopo avere trionfato nella Milano – San-remo, si aggiudicò il primo Giro d’Italia. Successivamente, vinse la “Gran fondo”
(seicento chilometri) del 1912. Terminata la carriera per lo scoppio della prima guerra mondiale, diventò poi apprezzato industriale. Si spense a Varese il 2 ottobre 1957. La Milano Sanremo era alla sua terza edizione, ma l’anno prima gli organizzatori erano stati in forte dubbio se replicare la prima vinta da Breton, ma per fortuna desistettero e la Classicissima divenne una delle maggiori competizioni aprendo di fatto ogni stagione ciclistica. La vittoria di “Luisin” del 1908 gli organizzatori erano stati in forse se far disputare la seconda edizione delta corsa. Dopo di allora non si ebbero più esitazioni: il regolamento consentiva il cambio di bicicletta, purché la nuova macchina non venisse fornita dalle,
automobili al seguito. Le case provvidero allora a disporre lungo il percorso loro incaricati con biciclette. E i corridori in gara furono 102. La terza edizione registrò altri due fatti importanti: la prima vittoria italiana e il superamento dei 30 km. all’ora. Ganna (che nello stesso anno doveva vincere la prima edizione del Giro d’Italia) si prese, una brillante rivincita della corsa dell’anno precedente, quando vanamente aveva inseguito Van Hauwaert: restò solo a Savona e non si lasciò
più raggiungere dal tenacissimo Georget.
MILANO SANREMO del 1910Eugene Christophe disputò undici Tour de France. il ) luglio del 1913, egli staccò tutti sul Tourmalet , nella tappa Bayonne-Luchon, – affrontando la discesa con una ventina di minuti di vantaggio. Venne fermato della rottura della
forcella. Christophe si mise la bicicletta sulle spalle e dopo aver percorso la bellezza di quattordici chilometri a piedi, giunse a Sainte Marie de Campan, entrò nella bottega di un maniscalco, riparò la forcella, ma non vinse il Tour. Dal 1951 una lapide ricorda I ‘episodio. Alla Milano Sanremo del 1910 sembra, che la vittoria sia dovuta ad un paio di caldi pantaloni di fustagno. La quarta edizione della Corsa al sole è divenuta leggendaria nella piccola storia del ciclismo per le condizioni atmosferiche in cui si svolse: pioggia nel tratto iniziale, neve sul Turchino, bufera in Riviera, e dovunque freddo. Nella discesa del Turchino i corridori trovarono 20 cm. di neve e Van Hauwaert, che in vetta era il primo, fu superato dal francese Christophe che era anche un abile “crossista” e quindi si trovava a suo agio su un fondo simile. Ma ben presto anche Christophe fu vinto dal freddo: intirizzito si rifugiò in un casolare. Poco dopo arrivarono Van Hauwaert e Paul: vista una bicicletta appoggiata alla soglia, si fermarono ed entrarono. Si rifiutarono di riprendere la corsa, al contrario di Christophe il quale, rifocillatosi, si fece dare della
biancheria asciutta e un vecchio paio di pantaloni di fustagno che adattò con qualche sapiente ritocco. Ripresa la corsa, non tardò a raggiungere Ganna (che arrivò secondo) e Albini. Anche le strade del percorso erano deserte e Christophe più di una volta temette di aver sbagliato strada. Arrivarono solamente in sette! La Stampa li definì “Eroi”, qualcuno coniò la sentenza “tempo da lupi e virtù da leoni”.
MILANO SANREMO del 1911
Gustave Garrigou, nato a Vabres I’Abbaye di Aveyron (Francia) il 24 settembre 1884. diventò professionista net 1907 accompagnato della notorietà perché da dilettante si era imposto per due anni consecutivi nella Parigi -Amiens e in una edizione delta Parigi – Dieppe. Divenne subito campione di Francia. Titolo the ottenne nel 1908. Fu detto il “Lord Brummel” della bicicletta, perché vestiva in modo piuttosto ricercato. Nel 1907 vinse la Parigi – Bruxelles, il Giro di Lombardia e nel 1911 la Milano – Sanremo. Fu in quell’anno the smentì gli osservatori arrivando primo net Tour de France, vincendo otto tappe. Gustavo Garrigou fu un corridore di notevole valore: in particolare, la sua regolarità eccezionale gli consentì di vincere numerose classiche e di ottenere una serie di ottimi piazzamenti. Arrivò alla vittoria anche del Tour de France, ma non minor soddisfazione gli procurò l’arrivo solitario al traguardo di Sanremo nel 1911, perché poté finalmente prendersi la rivincita del brutto scherzo che Gerbi gli aveva giocato nell’arrivo delta prima edizione della corsa, quando I ‘italiano, per favorire la vittoria di Petit Breton, suo compagno di squadra, I ‘aveva ostacolato nello sprint finale. Questa volta Garrigou, fuggito col compagno Trousselier, piantò il suo amico a Finale per proseguire da solo fino al traguardo di Corso Cavallotti.
MILANO SANREMO del 1912
Pelissier Henri, nato a Parigi il 5 luglio 1890. Venne considerato il maggior campione del ciclismo francese di tutti i tempi. Fu, ovviamente, anche il più celebre della famiglia Pelissier (gli altri furono Charles, Francis e Jean). Le sue più grandi vittorie le ottenne al Tour de France 1923; Milano – Sanremo 1912; Parigi – Roubaix 1919 e 1921; Giro di Lombardia 1911, 1913, 1920; Parigi – Bruxelles 1920; Bordeaux – Parigi 1919; Parigi – Tours 1922. Si laureo campione di Francia nel 1919. Si aggiudicò anche la Parigi – Le Havre – Parigi, la Parigi – Nancy e la Parigi – Trouville. In Italia vinse la Torino – Roma (tre tappe) e la Milano – Torino nel 1911. Per tre anni consecutivi (1920, 1921, 1922) fu I ‘imbattibile protagonista di una corsa classica in salita: la Nizza- Mont Angel. I medici to considerarono un «fenomeno perché ebbe una eccezionale capacità respiratoria e un cuore in grado di sostenere i più terribili sforzi aumentando pochissimo Ie pulsazioni. La Gazzetta dello Sport, all’indomani della sua vittoria a Sanremo, celebrò anche l’imprese del bolognese Corlaita detto “il granatiere” per la sue struttura atletica e per aver servito nell’arma dei giganti. Durante la gara Corlaita era rimasto I ‘unico italiano in un drappello di corridori stranieri, scatenati all’attacco ed era riuscito a non farsi staccare, giungendo a Sanremo con loro. Vincitore della volata risultò Henri Pelissier, che I ‘anno precedente aveva già vinto in Italia il Giro di Lombardia e la Milano-Torino. Particolare curioso: per la prima volta nella storia della Sanremo. le strade non erano fangose, me polverose.
MILANO SANREMO del 1913
Defraye Odile, cittadino belga, nato a Rumbeke il 14 luglio 1890. Nel 1911, ad appena ventun anni ha conquistato il titolo nazionale su strada prima di concludere in decima posizione il Giro di Francia del suo debutto. Nel 1912, dopo essersi assicurato il Giro del Belgio, torna al Tour e lo vince precedendo ai punti,
nell’ordine, reputati campioni come i francesi Cristophe e Garrigou e come Buysse, suo connazionale. La Gazzetta dello Sport del 28 marzi 1913 titola: Italia, Francia, Belgio con i loro grandi campioni, pronti al grande cimento italiano” Infatti, la media record di km. 31,143 ottenuta sui 281 chilometri di questa “Sanremo” resisterà a lungo: solamente nel 1929, sedici anni più tardi, Alfredo Binda farà meglio di lui (31,628 orari). Ganna nel 1909 aveva portato per la prima volta la media generale della Sanremo„ oltre i 30. II belga Odile Defraye, al termine di una lunga fuga col compagno Mottiat, la elevava a 31,143 chilometri: un limite notevolissimo se si pensa che dovevano passare ben sedici anni prima che venisse migliorato. Contribuì a tenere elevata la velocità anche una foratura di Lapize, il grande favorito per la vittoria finale: il suo incidente scateno i rivali della squadra Alcyon. In questa lotta tra stranieri gli italiani Calzolari, Gremo e Corlaita si difesero onorevolmente. La vittoria di Defraye segnò anche la fine del dominio straniero per un lungo periodo: sino al 1934. Infatti, il libro d’oro della classicissima, da allora, registra solo nomi italiani. MILANO SANREMO del 1914
Agostoni Ugo, nacque a Lissone, in provincia di Milano, il 27 luglio 1893. Soprattutto negli anni immediatamente precedenti la prima guerra mondiale aveva dato ripetuti segni delle sue ottime qualità Prima di aggiudicarsi questa Milano-Sanremo, infatti, net 1911 aveva sfiorato la conquista del titolo italiano su strada vinto da
Dario Beni e, nel 1912, s’era imposto net Giro dell’Emilia precedendo nell’ordine Santhia, Girandengo, Verde e Pavesi. Per onorare la memoria di Ugo Agostoni, a Lissone viene organizzata una gara per professionisti che nel suo albo d’oro vanta tutti i più bei nomi del ciclismo italiano. L’ottava edizione della Milano Sanremo fu addirittura intercontinentale perché vi parteciparono anche tre australiani. La vinse il lissonese Ugo Agostoni, simpaticamente noto per la sua stravaganza e la sua audacia. Era capace di inscenare fughe solitarie di centinaia di chilometri. Una volta s’attardò in fondo al plotone, poi infilò un viottolo che lo portò a superare tutti gli avversari senza che se ne fossero accorti. E anche la vittoria nella Sanremo, fu essenzialmente un vero colpo d’astuzia: a un chilometro dalla meta, una delle macchine del seguito, volendo superare i corridori, provocò la caduta di due componenti del drappello di testa. Lestissimo Agostoni approfittò del momento di confusione per scattare e infilarsi nella scia della macchina: si trovò cosi in grado di tagliare il traguardo per primo, nettamente in volata, pur non essendo uno specialista dello sprint.
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