Tornata la pace, dopo la prima guerra mondiale 1915\18, Gianni Moreschi, smette di fare l’aviatore e con il fratello Gino ed il Padre Vincenzo, fotografano lo studio di Salsomaggiore. Fra gli illustri clienti Gianni ritrae la regina madre Margherita di Savoia, il principe di Piemonte, Anna Pavlova, la principessa Jolanda, re Gustavo V di Svezia, Eugenio di Savoia, il duca degli Abruzzi, il duca di Bergamo, la duchessa d Aosta, Conrad di Baviera… La scrittrice Annie Vivanti gli lascia questa dedica: «A Gianni Moreschi, artefice di bellezza che sa rendere al1’autunno la grazia della primavera» (1926). A un certo punto le strade famigliari si separano: Gino sceglie Salsomaggiore con le sorelle Rina ed Enrica, Gianni opta per Sanremo (con lui sono la moglie Anna Maria Ronchi, nata nel 1905. Gianni muore nel 1944 e lo studio passa, dapprima alla moglie Anna. Negli anni 50 entra in attività anche il figlio Alfredo, fotografo e, dal 1961 anche la moglie Fiorenza Groff. Si aggiungono, in seguito, le figlie di Anna, entrambe ritoccatrici. e dal 1985 arriva Giovanni Luca Antonelli (classe 1962, figlio di Vincenzina), Quindi , dal 1992 entra Annamaria Cravino, figlia di Alfredo, la quale prosegue tuttora (dopo la chiusura dello Studio a fine 2019) la gestione dell’Archivio storico di un’attività artigianale che è durata praticamente oltre un secolo e mezzoIl campo di aviazione di Castelgomberto fu uno dei primi aeroporti militari d’Italia che rimase in funzione fino al 1919. Costruito a nord della cittadina di Trissino, in provincia di Vicenza, fu attivato già dai primi mesi del 1917, come campo secondario e di supporto ai velivoli impegnati nei combattimenti del Pasubio. Il campo occupava un vasto appezzamento di terreno pianeggiante, in un’area chiamata la Praderia, nei pressi della seicentesca Villa Piovene Da Porto. I principali aerei presenti a Castelgomberto erano i RE 8 inglesi, gli SPAD S. VII francesi e gli italiani SVA e Pomilio PE.
Nel campo di aviazione erano presenti gli hangar per la manutenzione e dove erano custoditi gli aerei, costituiti da un intelaiatura di ferro che sorreggeva una tela mimetica. Insieme agli hangar erano presenti delle baracche di legno adibite all’alloggio dei soldati e degli aviatori. Gli aerei da guerra ospitavano due persone. un pilota e un navigatore.
Nei primi anni avevano principalmente la funzione di osservare e fotografare le posizioni dei nemici. Attivo nel 1917-18 ospito le squadriglie 31 a, 121a, 134a e 135a da ricognizione. Vi fu inoltre stanziata la 71 a Squadriglia Caccia. Il campo, a partire dal dicembre 1917 fu sede di sei reparti dell’aviazione francese. Vi fu anche una sezione di velivoli da ricognizione su lunghe distanze SVA (Savoia Verduzio Ansaldo: famosi con i loro monoposto da ricognizione assegnati al III gruppo aeronautico della 1a armata, contrassegnati con il simbolo del gallo.
Erano i cosiddetti “ragazzi del 99” coloro the furono chiamati alle armi durante la Prima Guerra Mondiale, perché nati nell’ ultimo anno del 1800. Uno di questi diciottenni era Gianni Moreschi, diplomatosi alla scuola di fotografia di Brescia, e per questo fu impegnato a riprendere dall’ alto le linee austriache ed a ricomporle per svelare le fortificazioni nemiche ai comandi. Le foto di questo tabellone documentano la tormentata vita di quel periodo nel Campo d’aviazione di guerra a Castelgomberto
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